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IMPERIA PRO NOBIS

Presagi di politiche futuribili

Partendo dall’analisi dei nuovi movimenti politici dell’Italia odierna, ho voluto instaurare un dialogo con il passato che mi permettesse di speculare su un futuro distopico.
Sono partita dalle radici della Repubblica e dall’analisi delle Repubbliche partigiane, analizzandone il contesto, l’impegno politico che aveva mosso i fautori della resistenza a convogliare gli ideali in queste utopiche Costituzioni, che dovevano porre le basi del nuovo Stato.
La fase successiva delle mie ricerche è stata volta allo studio dell’evoluzione politica dell’Italia fino ad oggi, concentrando l’attenzione sulla situazione attuale.
Nuovi episodi di fascismo, di nazismo e razzismo riempiono le cronache.
In Occidente si manifestano segnali che fanno pensare ad una crisi del modello democratico.
Viviamo nell’era dell’individualità, della parcellizzazione degli individui in questo modello economico.
Ma sta tornando veramente il fascismo?
Probabilmente un nuovo duce non è la risposta alle richieste della società odierna.
Sicuramente ciò che emerge è l’esigenza di una proposta nuova, che ricalchi il modello di un uomo forte al potere, per tranquillizzare quei settori della popolazione che si sentono minacciati da nemici esterni.
Speculando su queste considerazioni, ho immaginato un futuro distopico, nel quale un leader concentri il potere su di sé e rassicuri il popolo rispetto alla complessità del mondo,
lo protegga e lo comandi.
Ho sviluppato così un’installazione ambientale minimale, ho posto al centro della stanza una grande sfera luminosa, unico punto luce dell’ambiente, come rappresentazione del leader che viene così spersonificato e smaterializzato.
Il pavimento è di vetro calpestabile e contiene sostanze liquide eterogenee, trasparenti e grigie:
è il popolo, piatto, comandabile, eterogeneo, plasmabile e vacuamente felice.
L’elemento fondamentale è l’installazione sonora, in cui una voce distorta pronuncia i comandamenti sui quali si basa questo potere. Il popolo all’unisono risponde come in una litania “imperia pro nobis”. Lo specchio ricopre ogni parete e immerge lo spettatore nell’ambiente di questo futuro distopico.

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